domenica, agosto 28, 2005

La società dell'odio

Navigando mi sono imbattuto su alcuni siti anti-Berlusconi, una lista si può trovare su "http://www.geocities.com/basta2006/". E' molto interessante osservare tali siti, essi sono pervasi da un'odio feroce, patologico, pubblicano qualunque cosa non importa se improbabile o chiaramente falsa, l'importante è alimentare l'odio. Sono esagerati, forzati, macroscopicamente poco credibili. Berlusconi è diventato (e non da oggi) il parafulmine d'Italia, sei stato licenziato o hai perso un cliente? è colpa di Berlusconi, non importa quale puttanata hai fatto, è lui che ce l'ha con te. Tutte le frustrazioni, le sconfitte, i momenti meno felici trovano una loro logica ed uno sfogo.
E' incredibile, quanta gente interpreta così male la propria vita, lasciandosi guidare dall'odio. E se il Berlusca sparisse? nessun problema si sostituisce con un altro personaggio, l'odio deve pur essere coltivato. In fondo il problema non è il Berusca, ma è nella testa di chi spreca tante energie (e soldi) per spargere odio gratis (almeno fatevi pagare!).
Mi sono fatto una domanda, io chi odio? Dopo un primo momento di esitazione (mi sono preso in contropiede) ho iniziato ad elencare personaggi pubblici e privati che ho via via scartato: una cosa è il disprezzo per la persona, sentimento razionale, una cosa è l'odio irrazionale e viscerale.
Quello che capisco meno è la posizione dei credenti che sono caduti in questa tetra spirale di odio, se potessi fare a loro una domanda chiederei: chi (o cosa) ha il solo scopo di fomentare l'odio ed il rancore? Chi (o cosa) trae vantaggio, si rigenera, con l'odio?

P.S.: Se qualcuno conosce un sito serio di critica a Berlusconi o al governo, per favore me lo segnali.

sabato, agosto 27, 2005

Prodi, i contenitori e il Riformista che sta sulle nuvole.

Ho letto l'interessante articolo de "il Riformista" che verrà pubblicato il 29 agosto dal titolo "Un patto fra liberisti e socialdemocratici". La tesi che viene sostenuta è in sintesi la seguente:
Prodi deve definire subito
"un’agenda che delinei con precisione la strategia per la prossima legislatura". L'Italia non è "un cumulo di macerie" ma è necessario "liberare le forze produttive oggi esistenti" in quanto è "avviluppata in lacci e lacciuoli che si chiamano corporazioni, monopoli, rendite, collusione di interessi, resistenze passive al cambiamento. Si annidano nel cuore del capitalismo come nell’apparto dello Stato, nelle banche come nei sindacati. Il paese ha ancora bisogno di un soffio liberatore. Questa rivoluzione liberale non l’ha realizzata una destra che non è liberale: è il paradosso tutto italiano con il quale il centro-sinistra si trova a fare i conti."
L'Italia "si potrà rimettere in piedi con una trasfusione di domanda interna, che passi attraverso a una politica di sostegno del lavoro e dei redditi da lavoro: salari, stipendi, utili delle imprese produttive da reinvestire in nuovo lavoro, in impianti, macchine, tecnologie".
"Non si può dire che bisogna modernizzare lo stato sociale, bisogna cambiarlo profondamente, perché la crisi fiscale dello Stato è a un punto di non ritorno. Non funziona lo scambio tra più tasse e più servizi. Persino la Svezia lo sta abbandonando. Non bisogna salvare imprese improduttive, si chiamino Fiat o Alitalia, bisogna farle diventare efficienti e crearne di nuove e recuperare le quote perdute sul mercato mondiale. Liberismo più socialdemocrazia, non per creare un improbabile patchwork di etichette diverse, ma perché è di questo che l’Italia ha bisogno. Riportiamo, dunque, con i piedi per terra il dibattito, partendo dai contenuti e non dal contenitore".
Benissimo, chi non è d'accordo? Berlusconi, se si eccettua il passaggio relativo alla socialdemocrazia (ma che c'entra tale parola in quel contesto che di socialdemocratico non ha niente?), lo sottoscriverebbe volentieri, Fini anche, Follini e Casini non avrebbero nulla da obiettare (poi voterebbero contro), Bossi lo approverebbe con l'aggiunta di qualche riferimento al federalismo. Ora vediamo a sinistra: Rutelli potrebbe rivendicare la paternità dell'articolo, Fassino non si sbilancerebbe, troppo "estremista" per lui e comunque non riuscirebbero mai a approvarlo esplicitamente (anche se ci crede, in fondo, ha una "base" con cui fare i conti! vai a dire agli operai della Fiat o dell'Alitalia che è giusto che vengano licenziati). E adesso veniamo alle note dolenti: Bertinotti, per carità, lo brucerebbe e così anche i vari personaggi verdi-noglobal-extrarossi.
Alla fine un programma di governo come quello suggerito da il Riformista lo potrebbe realizzare solo la casa delle libertà, e questo Prodi lo sa bene. Quindi tace.
Ma allora perchè la CdL non lo ha realizzato? Per mancanza di coraggio, non certo di Berlusconi (il quale, forse, ne ha troppo), ma dei leader di centro e di destra, che, a volte per calcolo politico, non hanno remato sempre nella direzione della barca rallentandone decisamente il cammino.
Interessante è anche il passaggio relativo ai "lacci e lacciuoli", quale dei due schieramenti ha più da perdere nella loro rimozione? Corporazioni, monopoli, rendite, collusione di interessi, resistenze passive al cambiamento li si può leggere anche come coop, magistrati, banche, scuola, sindacati, ecc.
Particolarmente condivisibile da parte del polo il passaggio relativo alla trasfusione di domanda interna, sostegno dei redditi e degli utili delle imprese, tanto condivisibile che fa parte del programma di governo! e che è stato purtroppo parzialmente e faticosamente realizzato a causa della congiuntura e delle resistenze interne alla CdL.
Concludo osservando che se la sinistra vuole veramente riportare il dibattito con i piedi per terra, non è con questi contenuti azzurrini che deve ripartire, ma con contenuti con una tinta decisamente più rossastra.
Questo Prodi lo sa, ed è per questo che continua a parlare di contenitori.

venerdì, agosto 26, 2005

Il vizio inerente al capitalismo è la divisione ineguale dei beni. La virtù inerente al socialismo è l'eguale condivisione della miseria (Wiston Churchill).