martedì, luglio 18, 2006

Esiste un'Italia di serie A ed un'Italia di serie B

Ormai sono passati alcuni giorni da quando è stato presentato il decreto Bersani che ha spiazzato non poche persone di centro destra. Per questo ho atteso prima di scrivere un commento in quanto avevo bisogno di inquadrare meglio l'episodio. Inoltre devo ammettere che non conosco il dettaglio delle problematiche che il decreto va a toccare per cui non darò giudizi di merito ma cercherò di capire il contesto in cui si inserisce il decreto ed il timing.
Premetto che nutro stima nei confronti del ministro, che ritengo una delle poche "teste pensanti" dell'intero centro sinistra.
Innanzitutto mi ha sorpreso lo strumento del decreto legge, tanto deprecato dalla sinistra quando era all'opposizione, tanto politicamente corretto ora che sono al governo. Il decreto è uno strumento pensato per rendere operative misure urgenti anticipando la loro entrata in vigore rispetto alla discussione in Parlamento. Perfetto per una manovra correttiva di metà anno, assolutamente scorretto per introdurre delle riforme "in difesa del consumatore" come quelle del ministro Bersani, nessuna delle quali ha un carattere di urgenza.
Quindi è il caso di chiedersi: perchè adesso e perchè uscire con un decreto così improvvisato? le misure contenute nel decreto erano state pianificate da tempo, infatti erano scritte del documento programmatico pre-elettorale dell'Unione, di tempo ne hanno avuto parecchio per mettere a punto il decreto e comunque avrebbero potuto proporlo in autunno.
Inoltre è singolare che proprio quel pacchetto di iniziative sia il primo atto decisionale del nuovo governo dopo una interminabile sequenza di nomine.
Le risposte probabilmente sono molteplici: l'inattività politica, legislativa e organizzativa cominciava ad essere imbarazzante, soprattutto se confrontata con il lavoro svolto nei primi 100 giorni della scorsa legislatura. Un vuoto riempito unicamente dalle lamentele (esagerate) sullo stato dell'economia e dai bisticci sul rifinanziamento della missione in Afganistan, uno spettacolo proprio misero. Ci voleva quindi qualcosa di forte che potesse sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dai tanti nodi irrisolti all'interno della coalizione di sinistra-centro e dagli interventi in materia fiscale. Visco appena si muove fa danni e lo sanno anche loro (vedi il pasticciaccio dell'aumento retroattivo della tassazione sugli immobili). Contemporaneamente c'era bisogno di un'azione che desse l'impressione che la macchina governativa si fosse messa in moto.
Ecco il motivo della fretta non si poteva perdere tempo per fare un buon lavoro era necessario bruciare le tappe, pazienza se così si andava allo sbaraglio, ed allora chi se ne frega della concertazione. Un governo che ha fatto della concertazione la propria bandiera ed il proprio metodo di lavoro non ha esitato a barattarla sulla base di semplici considerazioni tattiche.
In fondo non si può mica garantire a tutti lo stesso trattamento riservato ai sindacati nazionali ed alla grande industria: i "potenti" vanno rispettati.
La sinistra non si smentisce mai: forte con i deboli debole con i forti.
Così l'Italia delle tante divisioni ne ha una in più: i cittadini di serie A e cittadini si serie B.

venerdì, luglio 07, 2006

Due parole (1)

(ANSA) - CAIRO, 18 GIU - Abu Omar al Masri, rapito a Milano da agenti segreti Usa nel febbraio del 2003, ha deciso di citare in giudizio l' ex premier Berlusconi. ...
Così Abu Omar si è guadagnato infinita riconoscenza da parte della sinistra italiana. Schiere di magistrati saranno pronti a proporlo per il Nobel per la pace, Bertinotti alle prossime elezioni lo candiderà e una volta eletto sarà nominato Ministro degli Interni.